Zimino di ceci e bietole – Ricetta tradizionale genovese

Zëmin di ceci: la zuppa dei morti

Pubblicazione: 17/10/2024

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Lo zimino di ceci e bietole è la ricetta tradizionale genovese per il giorno dei morti. Una minestra spessa, quasi una zuppa che si prepara il giorno prima. I legumi secchi hanno bisogno di una notte di ammollo e di una lunga cottura a fuoco lento. Nello zemin di ceci (così si chiama a Genova) ci sono ceci giganti e fagiolane, poi bietole tagliate sottili e ripassate in padella con tutti i sapori e qualche fungo secco. La minestra ribolle tutta insieme per insaporirsi bene, poi riposa qualche ora. Inoltre, per fare uno zimino di cecicome si deve, le fagiolane si sbucciano tutte prima della cottura, perché possano disfarsi e dare consistenza a questa minestra, una delle più antiche ricette tradizionali genovesi. Così, mentre tutti cucinano dolci spaventosi per la festa di Halloween, io, cuoca vintage ma anticonformista, preparo lo zemin, con calma. Mi acquatto nei ricordi di famiglia e tra i visi cari che mi tornano in mente grazie ai gesti semplici e accurati che servono per prepararlo

Dettagli della ricetta

Difficoltà:

Molto facile

Costo:

Economico

Porzioni:

4

Tempo di preparazione:

15 minuti

Tempo di cottura:

180 minuti

Tempo di riposo:

720 minuti

Metodo di cottura:

  • Fornello

Ingredienti per lo zimino di ceci

  • Ingredienti

    • fagiolane (secche (varietà Bianchi di Spagna):

      250 g

    • ceci (secchi):

      250 g

    • bietole (erbette, senza coste):

      200 g

    • funghi secchi:

      5 g

    • cipolla dorata:

      Mezza

    • carota:

      Mezza

    • costa sedano:

      Mezza

    • olio extravergine d’oliva:

      3 cucchiai

    • alloro:

      1 foglia

    • rosmarino:

      1 rametto

    • concentrato di pomodoro:

      10 g

    • sale:

      q.b.

    • pepe nero:

      1 pizzico

Come preparare lo zimino di ceci e bietole

  • 1. Occupiamoci dei legumi

    Mettiamo a bagno in acqua fresca i legumi in due ciotole separate e lasciamoli a mollo per almeno 12 ore. Di solito si fa la sera, per avere i legumi pronti il mattino seguente. Sbucciamo con cura le fagiolane. Fagioli tipici della Liguria e del basso Piemonte, le fagiolane sono grandi e bianche, a buccia spessa: non ci faranno faticare più di tanto. Quindi mettiamo i legumi a bollire in abbondante acqua pulita, con una foglia di alloro e un rametto di rosmarino ben legato. Lasciamoli cuocere, senza sale e a fuoco basso, per almeno due ore. Le fagiolane sbucciate cuoceranno più velocemente dei ceci, quindi assaggiamo questi ultimi prima di spegnere il fuoco. Io aggiungo sempre ai legumi in cottura l’alga Kombu. Serve per ammorbidirne la buccia e facilitare la digestione.

  • 2. Prepariamo le bietole

    Prendiamo un mazzetto di bietoline fresche, laviamole con cura e tagliamole molto sottili (non è un dettaglio, perché se non sono tagliate piccole daranno poi fastidio in bocca). Tritiamo cipolla, sedano e carota, aggiungiamo i funghi secchi e mettiamo in padella con l’olio e due cucchiai d’acqua. Quando il soffritto è pronto aggiungiamo le bietole e lasciamole cuocere una decina di minuti. Regoliamo sale e pepe e, quando la verdura sarà pronta e insaporita, spegniamo il fuoco.

  • 3. Terminiamo la cottura dello zimino di ceci e bietole

    Prendiamo ora il passaverdura e passiamo metà dei legumi in una pentola di coccio capiente. Con la schiumarola scoliamo gli altri, ripassiamoli in padella con le bietole e il soffritto e facciamo insaporire pochi minuti a fuoco vivo (attenzione a non bruciare!). Poi travasiamo tutto nella pentola di coccio e aggiungiamo piano piano l’acqua di cottura necessaria per arrivare alla giusta consistenza. Ora riaccendiamo il fuoco basso, aggiungiamo il sale che serve, il concentrato di pomodoro, e lasciamo cuocere lo zemin ancora un’oretta, col coperchio. Mi raccomando di non buttare l’acqua che rimane: potrebbe ancora servire.

    Questa zuppa si mangia da sola, con i crostini oppure (volendo, ma non lo facciamo mai) con la pasta da minestrone.

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I segreti della Regina

  • L’alga Kombu funziona veramente e facilita la digestione dei legumi. La troverete facilmente in erboristeria o nei supermercati biologici. Io vado in Via dei Macelli di Soziglia, all’erboristeria La Pulsatilla, dove trovo sempre quel che cerco. Le ragazze sono competenti, simpatiche e gentili: consigliatissimo per chi vive a Genova.
  • Le fagiolane sono tipicamente della mia zona, ma possono essere sostituite con i fagioli bianchi di Spagna o anche eliminati. Nel caso aumenta la dose di ceci e aggiungi una patata a tocchetti per dare spessore alla zuppa.
  • Un pizzico di peperoncino sta molto bene, se preferisci il pepe nero, non aggiungerlo in cottura, ma direttamente nel piatto con un giro di olio crudo
  • La zuppa di ceci inacidisce velocemente, ma potrai comodamente surgelarla per consumarla più avanti.

 

Zimino ceci bietole

 

Halloween e il giorno dei morti

Mentre tutti cucinano dolci spaventosi per la festa di Halloween, io, cuoca vintage ma anticonformista, preparo lo zemin, con calma. Mi acquatto nei ricordi di famiglia e tra i visi cari che mi tornano in mente grazie ai gesti semplici e accurati che servono per prepararlo. Ve lo racconto oggi, con una settimana di anticipo, per darvi il tempo di comperare gli ingredienti.

Vi prego, non pensate di me che sono snob perché…snobbo Halloween. Oppure pensatelo, forse è vero. In questo mese ho visto veramente tante “ricette mostruose”, e non mi sono piaciute affatto. Quindi ho deciso di dissociarmi e di optare serenamente per l’antichissimo zimino di ceci. Se qualcuno bussa, io avrò pronta una scodella di zuppa fumante, come si faceva un tempo in Liguria al Ben dei morti. Unica alternativa allo zemino è lo Stoccafisso con le fave, un’insalata fredda molto semplice, un piatto povero ma, come spesso accade nella tradizione popolare, nutriente e squisito.  Se cerchi altre ricette tradizionali genovesi per la festa dei morti sappi che prepariamo degli ottimi dolcetti di pasta di mandorle: le fave dei morti, che prendono origine da tradizioni molto antiche. Nelle campagne liguri infatti, c’erano usanze di tutti i tipi, gastronomiche e no, per mettersi in collegamento con il regno dei morti e con le persone care che già erano nell’aldilà.

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